I tiazolidindioni (TZD), più comunemente conosciuti come "glitazoni", trovano indicazione nel trattamento del diabete mellito di tipo 2. Questi farmaci migliorano la sensibilità dei tessuti periferici (muscoli scheletrici ed adipe) e del fegato all'insulina endogena, regolando l'espressione dei geni che nelle cellule controllano il metabolismo di carboidrati e lipidi. In Italia sono in commercio il rosiglitazone (Avandia) e il pioglitazone (Actos).
Nei pazienti con diabete mellito di tipo 2 trattati con questi farmaci, dati recenti sembrano evidenziare un aumento del rischio cardiovascolare e di fratture non traumatiche.
Sicurezza cardiovascolare
Il New England Journal of Medicine ha pubblicato recentemente una analisi di 42 studi clinici, randomizzati, controllati condotti complessivamente su 15.500 pazienti con diabete di tipo 2, che hanno valutato l'efficacia di rosiglitazone. Gli studi includevano anche una valutazione della sicurezza cardiovascolare del farmaco. Secondo i risultati di questa analisi, la terapia con rosiglitazone sarebbe associata ad un modesto ma significativo aumento del rischio di infarto rispetto al controllo. Anche la mortalità cardiovascolare complessiva è risultata più elevata, ma questo dato è "ai limiti della significatività statistica". Le segnalazioni di casi di ischemia cardiaca e scompenso avevano fatto sì che, già all'atto della sua registrazione in Europa (2000), il farmaco fosse controindicato nei pazienti con una storia di insufficienza cardiaca.
Va sottolineato, per contro, che due studi randomizzati, controllati anche essi recenti (DREAM e ADOPT) non hanno evidenziato alcun eccesso di rischio di ischemia o infarto del miocardio rispetto a placebo o metformina (termine di confronto nello studio ADOPT).
In attesa di una revisione dei dati di sicurezza attualmente disponibili, tuttavia, l'Agenzia Europea del Farmaco (EMEA) invita i medici ad un rigoroso rispetto delle precauzioni d'uso del farmaco nei pazienti con malattia cardiaca. I pazienti non dovrebbero interrompere il trattamento con rosiglitazone di propria iniziativa ma discuterne con il proprio medico alla prima visita di controllo.
Rischio di fratture
Dalla revisione dei dati di sicurezza dello studio ADOPT, uno studio randomizzato, controllato, in doppio cieco, condotto su 4.360 pazienti con diabete mellito di tipo 2, da poco conclusosi, che aveva l'obiettivo primario di valutare il controllo glicemico ottenuto con la somministrazione di rosiglitazone rispetto a metformina e glibenclamide in monoterapia, è emerso che le pazienti che hanno assunto rosiglitazone hanno presentato un aumento significativo dell'incidenza di fratture rispetto alle pazienti trattate con i farmaci di confronto. L'incidenza di fratture nei pazienti di sesso maschile è risultata, invece, simile per tutti i gruppi di trattamento. Nelle pazienti trattate con rosiglitazone le fratture hanno riguardato nella maggior parte dei casi piede, mano ed omero, siti diversi rispetto a quelli associati a fratture secondarie ad osteoporosi post-menopausale (come femore e colonna vertebrale).
Un'analisi ad interim dei dati preliminari di sicurezza provenienti da un altro studio di grandi dimensioni attualmente in corso con rosiglitazone sembra confermare quanto osservato nello studio ADOPT.
L'interpretazione di quanto emerso non è chiara, tuttavia l'analisi dei dati di sicurezza relativi a pioglitazone per un'esposizione di durata simile a quella dello studio ADOPT per rosiglitazone (3,5 anni), ha evidenziato che anche con questo principio attivo si è avuto un incremento significativo delle fratture nelle pazienti trattate. Inoltre, anche con pioglitazone le fratture erano localizzate principalmente alle porzioni distali degli arti superiori (polso, mano e avambraccio) oppure degli arti inferiori (piede, caviglia, perone e tibia), lasciando supporre che esista un nesso di causalità tra l'assunzione di glitazoni e l'aumento del rischio di fratture "atipiche" nelle donne diabetiche.
In attesa che venga chiarita meglio la relazione tra quanto emerso negli studi e l'assunzione dei glitazoni da parte di donne diabetiche, le autorità regolatorie avvertono di tenere comunque presente il rischio di fratture nella valutazione della gestione delle pazienti già in trattamento con questi farmaci o possibili candidate.