Com'è noto, il trattamento dell'asma mira al controllo dei sintomi e a prevenire lo sviluppo di una limitazione irreversibile del flusso aereo e la mortalità correlata alla malattia. I corticosteroidi inalatori giocano un ruolo di fondamentale importanza nel conseguimento di questi obiettivi e rappresentano il trattamento di fondo, mentre i beta2-agonisti a breve durata d'azione vengono utilizzati al bisogno per il controllo dei sintomi. I beta2-agonisti a lunga durata d'azione (salmeterolo, formoterolo) trovano indicazione, in associazione con i corticosteroidi inalatori, nei pazienti in cui l'impiego dei corticosteroidi inalatori da soli non permette un controllo soddisfacente della malattia, in particolar modo quando permangono sintomi notturni.
Alcune segnalazioni di attacchi acuti fatali di asma verificatisi in pazienti in trattamento con salmeterolo, hanno di recente messo in dubbio la sicurezza di questi farmaci. Per valutare la sicurezza d'impiego del salmeterolo nei pazienti con asma la Food and Drug Administration americana ha richiesto alla ditta GlaxoSmithKline (produttrice di una delle specialità a base di salmeterolo, il Serevent) di condurre uno studio apposito: lo studio SMART (Salmeterol Multi-center Asthma Research Trial) ha arruolato 30.000 pazienti che sono stati randomizzati ad assumere 42 mcg x 2/die di salmeterolo o placebo in aggiunta al trattamento di base. Nonostante le raccomandazioni delle attuali linee guida per il trattamento dell'asma, circa la metà (47%) dei pazienti arruolati non faceva uso di corticosteroidi inalatori all'ingresso nello studio; i pazienti afro-americani erano il 38%. L'esito primario era rappresentato dalla combinazione della mortalità per eventi respiratori e delle complicanze respiratorie gravi e potenzialmente fatali che avevano richiesto l'intubazione e la ventilazione meccanica del paziente. Nello studio sono stati valutati, inoltre, la mortalità e le complicanze legate all'asma.
Un'analisi preliminare dei risultati ha portato all'interruzione anticipata dello studio: nei pazienti trattati conSerevent è emerso, infatti, un eccesso di mortalità per eventi respiratori e correlati all'asma e di complicanze respiratorie gravi. L'eccesso di rischio è risultato significativo nei pazienti in cui il beta2-agonista è stato impiegato in monoterapia e nei pazienti di razza afro-americana, anche se lo studio non era disegnato per cogliere differenze inter-raziali. Il fatto che questi pazienti avessero un asma più grave all'ingresso nello studio potrebbe giustificare, almeno in parte, questo risultato.
Allo stato attuale delle conoscenze, le autorità sanitarie non hanno ritenuto necessario adottare misure restrittive riguardo all'impiego del salmeterolo e del formoterolo nel trattamento dell'asma cronico poiché, in realtà, l'aumento del rischio di mortalità sembra imputabile ad un utilizzo improprio dei beta2-agonisti.
Vengono, tuttavia, rinnovate le raccomandazioni sul ruolo che dovrebbe essere riservato a questi farmaci nel trattamento dell'asma cronico:
salmeterolo e formoterolo devono essere utilizzati esclusivamente in associazione ad un corticosteroide inalatorio, a dosaggio pieno, e non in alternativa a questo;
questi farmaci non devono essere mai impiegati per il trattamento dei sintomi acuti, per il controllo dei quali al paziente deve essere prescritto un beta2-agonista a breve durata d'azione [salbutamolo (es.Broncovaleas, Ventolin), terbutalina (Bricanyl)] da utilizzare al bisogno.
Inoltre i pazienti:
devono essere invitati a sottoporsi a controllo medico se notano una riduzione dell'efficacia della terapia (ad esempio, se i pazienti sono costretti ad aumentare il numero di somministrazioni del beta2-agonista a breve durata d'azione);
devono essere informati di non ridurre o sospendere autonomamente la terapia se "stanno bene" perché ciò potrebbe indurre un aggravamento della malattia, con conseguenze anche fatali.