La bicalutamide è un farmaco ad azione antiandrogena, con struttura non steroidea. Si lega al recettore per gli androgeni presente nel citoplasma delle cellule bersaglio, inibendo la proliferazione cellulare androgeno-dipendente. La lunga emivita del farmaco (5-6 giorni) ne consente la somministrazione una sola volta al giorno.
Il farmaco è commercializzato in due dosaggi - 50 mg e 150 mg - con indicazioni diverse:
- al dosaggio di 50 mg è indicata nel "trattamento del carcinoma prostatico avanzato in associazione con LHRH analoghi o castrazione chirurgica";
- al dosaggio di 150 mg è indicata nel "trattamento in monoterapia di pazienti con carcinoma prostatico non metastatico come terapia ormonale di prima scelta o per prevenire le ricadute di malattia dopo trattamento con intento curativo, e nel trattamento in monoterapia di pazienti con carcinoma prostatico metastatico per i quali la castrazione chirurgica o farmacologica non è indicata o accettabile".
Un recente studio (Early Prostate Cancer Program) ha valutato l'efficacia e tollerablità della bicalutamide, al dosaggio di 150 mg, impiegata da sola o come terapia adiuvante, nel trattamento del carcinoma prostatico non metastatico. Lo studio ha arruolato un totale di 8.113 pazienti con carcinoma prostatico localizzato o localmente avanzato (T1-T4, Nx/N0, M0). I pazienti sono stati randomizzati a ricevere 150 mg/die di bicalutamide o placebo in associazione a prostatectomia radicale, radioterapia oppure come monoterapia, nel caso fossero altrimenti candidati ad essere sottoposti solo ad un attento monitoraggio (watchful waiting). Gli end-point primari erano rappresentati dalla sopravvivenza libera da progressione di malattia e dalla sopravvivenza complessiva.
Lo studio è tuttora in corso, ma da un'analisi preliminare a 5,4 anni dei dati sembra effettivamente emergere un'efficacia del farmaco nel ritardare la progressione della malattia fra i pazienti che hanno un alto rischio di progressione (cioè pazienti con malattia localmente avanzata, elevati livelli di PSA o un alto grado Gleason) e, fra questi, il beneficio sembra essere maggiore per quelli a rischio più elevato.
Nel sottogruppo a basso rischio, cioè con malattia localizzata, si è riscontrato, invece, un aumento del numero di decessi tra i pazienti trattati con il farmaco rispetto a quelli che avevano ricevuto il placebo (25,2% vs.20,5%).
Per questo motivo, in alcuni Paesi, tra cui Canada e Gran Bretagna, la specialità Casodex 150 mg oggi non è più autorizzata per il trattamento del carcinoma prostatico localizzato.
Nel nostro paese il Ministero della Salute ha inviato una comunicazione a tutti i medici in cui raccomanda di "rivalutare con attenzione i soggetti con carcinoma prostatico in fase iniziale non metastatico e non sottoposto a terapie loco-regionali per considerare possibili alternative terapeutiche" (Dear Doctor Letter 18 febbraio 2004).
Bibliografia
- Antiandrogens. Chemotherapy of neoplastic deseases. Goodman & Gilman's The pharmacological basis of therapeutics 10th ed. 2001; 1442.
- Bicalutamide. Nota del Ministero della Salute sull'uso nel carcinoma prostatico iniziale.