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Modalità di esposizione
La sensibilizzazione al lattice insorge solitamente in seguito a contatto diretto con il materiale ma può manifestarsi anche per inalazione degli allergeni. L'aggiunta di lubrificanti, come l'amido di mais, durante la produzione dei guanti, allo scopo di aumentarne la "vestibilità", facilita, infatti, l'aerosolizzazione delle proteine sensibilizzanti e ne consente, così, l'inalazione anche da parte di operatori che si trovano nello stesso ambiente in cui altri stanno indossando i guanti.
Negli USA, già a partire dal 30 settembre 1998, la Food and Drug Administration (FDA) ha imposto alle industrie produttrici di riportare in etichetta l'indicazione della potenziale allergenicità dei prodotti contenenti lattice. Secondo standard recenti, fissati dall'American Society for Testing and Materials, sono da preferire i guanti che hanno un contenuto in proteine inferiore a 200 mcg/g (il contenuto in proteine estraibili è riportato sulle confezioni); mentre la normativa europea EN 455-3, che fissa gli standard qualitativi dei guanti e i metodi di controllo relativi, indica un contenuto in proteine allergizzanti inferiore a 50 mcg/g.
Manifestazioni cliniche
L'allergia vera e propria è dovuta ad una sensibilizzazione mediata da anticorpi IgE specifici per le proteine contenute nel lattice. Le manifestazioni cliniche possono essere localizzate alla cute nella sede di contatto (es. mani) o generalizzate come orticaria ed angioedema. Possono essere presenti sintomi respiratori (rinite, asma allergico), sintomi oculari (congiuntivite) e, nei casi più gravi, edema della glottide, shock. Gli additivi utilizzati nel processo di fabbricazione possono causare una dermatite allergica da contatto, dovuta ad una ipersensibilità ritardata (o di tipo IV), che si manifesta con lesioni localizzate di tipo eczematoso (vedi box).
Le forme allergiche da contatto alle mani non sono da confondere con la semplice dermatite irritativa da contatto, che ha un'insorgenza graduale (nell'arco di più giorni) e si manifesta con arrossamento, screpolature, desquamazione della cute, fino alla comparsa di piaghe. Tra le cause vi sono un improprio lavaggio delle mani [l'uso di prodotti aggressivi (es. saponi a base di clorexidina, come la Neoxidina mani) e la rimozione non accurata del detergente provocano disidratazione e perdita di integrità della cute]; la mancata traspirazione della cute con conseguente macerazione e l'esposizione agli agenti chimici presenti nei guanti.
La diagnosi di allergia al lattice comprende un'anamnesi e una visita allergologica accurate per accertare la presenza di segni e sintomi clinici riferibili all'allergia e di eventuali fattori di rischio (es. atopia, allergie crociate, una storia di dermatite da contatto), seguite dall'esecuzione di test specifici con l'obiettivo di ottenere un'attribuzione certa del quadro del paziente.
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Roberta Giroldini, Daniela Zanfi
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Si ringrazia il Dr. Gianluigi Rossi per la revisione del testo
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