La malattia
Il tetano è una malattia molto grave, con una mortalità superiore al 50%. E' causata dalla tossina prodotta da un germe (il Clostridium tetani) le cui spore sono presenti nel terreno, nell'acqua, nella polvere e nell'intestino di animali, soprattutto i cavalli. In caso di ferite, queste spore possono penetrare nell'organismo. Nonostante la diffusione della malattia si sia notevolmente e progressivamente ridotta nel tempo, in Italia vengono ancora segnalati circa 100 casi ogni anno. La grande maggioranza dei casi riguarda persone anziane (oltre i 60 anni), in prevalenza donne. Le donne di età più avanzata sono infatti le persone alle quali non è mai stata direttamente offerta la vaccinazione antitetanica, sia perché non hanno prestato servizio militare, sia perché soltanto poche donne di quella generazione hanno lavorato in industrie con obbligo di vaccinazione antitetanica.
La tossina tetanica induce una potente contrazione dei muscoli: il sintomo iniziale che compare in media dopo una decina di giorni dalla ferita, consiste nella difficoltà ad aprire la bocca, a masticare e a parlare, dovuta ad una contrazione dei muscoli della mandibola. Le contrazioni muscolari possono, in un secondo tempo, estendersi ad altri muscoli del corpo compresi i muscoli che regolano la respirazione.
La vaccinazione
La vaccinazione è la misura più importante di prevenzione del tetano. Il vaccino è costituito da una anatossina, o tossoide, cioè dalla tossina tetanica inattivata con trattamenti chimici. Il calendario vaccinale di base pre-esposizione prevede la somministrazione di tre dosi di vaccino (la seconda a distanza di 4-8 settimane dalla prima e la terza dopo 6-12 mesi). In merito ai richiami, vi sono differenti posizioni. Nel nostro Paese, come negli USA, sono attualmente raccomandati richiami decennali (fatta eccezione per il primo richiamo dell'infanzia, previsto al 6° anno di vita). In altri Paesi, invece, come il Regno Unito, i richiami periodici non sono generalmente raccomandati. I motivi di queste differenti posizioni sono più di uno, ma il principale sta nel tipo di approccio al problema. Infatti, alcuni Autori partono dalla considerazione che con l'andare del tempo i titoli anticorpali post-vaccinali decrescono, fino ad arrivare, dopo 15-20 anni, a livelli ritenuti non protettivi. Altri, invece, prendono in esame i dati epidemiologici, che in effetti mostrano la pressoché totale assenza di casi in persone che, dopo aver ricevuto un certo numero di somministrazioni di base (diverso nei vari Paesi e variabile da 3 a 5), non si sono più sottoposte a richiami. Mentre i primi favoriscono la necessità dei richiami, i secondi ne sostengono la scarsa o nulla utilità e, di conseguenza, i rapporti costo/beneficio e rischio/beneficio non favorevoli.
In ogni caso, il vaccino ha un'efficacia altissima, che sfiora il 100% ed è generalmente ben tollerato.
Gli effetti indesiderati più comuni sono le reazioni infiammatorie di breve durata nel punto di iniezione; la febbre, per lo più modesta, compare in circa il 5% dei casi; cefalea o malessere sono poco frequenti. Le neuropatie periferiche, in particolare la neurite del plesso brachiale, sono rare (0,5-1 caso ogni 100.000 dosi) ed ancora più rare sono le reazioni sistemiche gravi di carattere allergico con broncospasmo, laringospasmo o anafilassi (circa 1 caso per milione di dosi).
Dagli anni '60-'70 la vaccinazione antitetanica è obbligatoria, oltre che per i nuovi nati, per gli sportivi affiliati al CONI e per diverse categorie di lavoratori. Tra queste, agricoltori, allevatori, operai e manovali edili, metalmeccanici, addetti alla raccolta e trattamento dei rifiuti che risultano particolarmente esposti al rischio di contrarre la malattia.
Profilassi post-esposizione
In caso di ferite, soprattutto se provocate da chiodi, attrezzi da giardinaggio e strumenti acuminati, cioè ferite profonde (più di 1 cm) e sporche, il rischio di contrarre il tetano è consistente. In questi casi è indispensabile valutare lo stato di protezione nei confronti del tetano e decidere di conseguenza:
1. Nel caso in cui la persona non sia mai stata vaccinata o abbia ricevuto complessivamente, meno di tre dosi, occorre somministrare contemporaneamente le immunoglobuline antitetaniche (che conferiscono una protezione passiva immediata e temporanea), e la prima dose di vaccino, da completare con adeguato ciclo vaccinale.
2. Nel caso in cui la persona sia stata in precedenza vaccinata ma siano trascorsi più di 5 anni dall'ultimo richiamo, non è necessaria la somministraazione di immunoglobuline ma è sufficiente somministrare una dose di richiamo di vaccino.
3. Se sono passati meno di 5 anni da un ciclo vaccinale completo, non occorre nessun intervento in questo senso.
La vaccinazione nei viaggiatori
E' importante verificare il proprio stato vaccinale nei confronti del tetano anche prima di intraprendere viaggi internazionali soprattutto se diretti verso paesi a carenti condizioni igieniche.
Se si è stati vaccinati da meno di 10 anni si è ancora protetti. Se ne sono passati di più è raccomandabile fare un richiamo prima di partire. Se invece non si è mai stati vaccinati è consigliabile iniziare per tempo un ciclo completo.
Attualmente viene in genere raccomandato il vaccino combinato difto-tetanico anziché quello singolo antitetanico. L'uso del vaccino combinato può essere generalmente preferibile, ma nei viaggiatori c'è una ulteriore motivazione. Infatti, un'elevata percentuale di viaggiatori adulti ha perso la protezione contro la difterite che, praticamente scomparsa nei paesi occidentali, continua a rappresentare un rischio nei paesi in via di sviluppo ed è pericolosamente riemersa pochi anni fa nei paesi dell'ex Unione Sovietica.
Per quanto riguarda lo stato di gravidanza, la vaccinazione antitetanica non solo non è controindicata ma è addirittura indicata, per la prevenzione del tetano neonatale.
Conclusioni,
Nel nostro Paese, come sopra accennato, il problema del tetano si pone soprattutto nelle donne ultrasessantacinquenni, che rappresentano da sole ben più della metà di tutti i casi. Molte AUSL hanno avviato campagne di sensibilizzazione e interventi straordinari orientati a questa popolazione, aumentando sensibilmente le coperture vaccinali contro il tetano. Tuttavia, occorre intensificare gli sforzi per ridurre ulteriormente la quota di anziane suscettibili, anche considerata la consistente esposizione ambientale (specialmente per l'attività di giardinaggio) e la maggiore letalità che caratterizzano tale età.