E’ vantaggioso sostituire gli zuccheri con i dolcificanti ipocalorici? Forse si, anzi no.
A cura del Comitato di Redazione del Gruppo di Lavoro sull’Uso dei Farmaci della AUSL di Reggio E.
1. I dolcificanti (naturali e non) sono sicuri se utilizzati entro le DGA 2. Non hanno effetti positivi sulla riduzione del peso 3. E' attualmente oggetto di dibattito la loro efficacia nella disassuefazione al gusto dolce
Nonostante almeno 40 anni di studi e ricerche, manca ancora un chiaro orientamento su come utilizzare i dolcificanti nella pratica dietetica, anche da parte dei medici e dei nutrizionisti. I contesti scientifico, industriale e regolatorio non hanno risolto tutti i dubbi su: aspartame, saccarina, acesulfame K, ciclammato, xilitolo, sucralosio.
Esiste per tali farmaci la DGA (dose giornaliera ammissibile) che è definita per ogni singolo dolcificante (da 4 mg/kg/die per la stevia a 40 mg/Kg/die per l’aspartame).
Entro tali dosi recentemente le agenzie regolatorie europee e nordamericane del settore si sono orientate ad escluderne la cancerogenicità e gli effetti negativi sul metabolismo glucidico o lipidico.
Diverse revisioni della letteratura hanno riportato risultati contraddittori ad esempio circa l’effetto sul peso corporeo (end point primario importante) delle bibite dolcificate artificialmente. Pertanto grazie a un progetto di collaborazione fra Istituto Ramazzini, John Hopkins Bloomberg School of Public Health, University of California e University of Sidney è stata effettuata una revisione sistematica della letteratura, (**) comparando i fattori di bias, i risultati e le conclusioni di revisioni sponsorizzate da diverse industrie anche in concorrenza fra di loro, i conflitti di interesse di ogni autore e le fonti di finanziamento delle riviste che hanno pubblicato le revisioni. Tali conflitti di interesse hanno introdotto una fonte di bias indipendente che ha alterato i risultati e le conclusioni delle revisioni considerate.
In controtendenza, ricercatori israeliani avrebbero dimostrato che l’uso prolungato di vari dolcificanti (es. la saccarina) può favorire alterazioni della flora batterica intestinale (microbiota) che, con effetto a cascata, predisporrebbero allo sviluppo di intolleranza al Glucosio e a conseguenti aumenti della glicemia. (*)
Fra pareri contraddittori e opinioni più o meno interessate, le autorità regolatorie cercano di dire una parola definitiva. Ad es. l’Agenzia per la Sicurezza Alimentare Francese (ANSES) ha affermato che i dolcificanti non hanno effetti positivi sulla riduzione del peso o dell’incidenza del diabete, mentre al contrario non avrebbero legami con la temuta assuefazione al gusto dolce. L’Agenzia sostiene che l’obiettivo di riduzione dei livelli di assunzione degli zuccheri vada perseguito con una riduzione degli alimenti dolci e una abolizione delle bevande dolci, light o non, in età precoci.
I “nuovi” dolcificanti.
Nel novembre 2011 veniva ammesso in Europa (in USA già dal 2008) l’uso della Stevia, pianta della famiglia dei crisantemi originaria del Sudamerica, la cui foglia è usata da secoli dalle popolazioni locali per il suo potere dolcificante (circa 300 volte il saccarosio) L’industria ha poi estratto con procedimento chimico le sostanze dolcificanti che sono i glucosidi steviolici (E960) Si trova sottoforma di compresse, bustine, polvere per alimenti, gocce (in erboristeria), con un leggero retrogusto di liquirizia, ed è considerato un prodotto sicuro se non si supera la DGA di 4 mg/kg. Sul
mercato vi sono circa 300 prodotti a base di stevia. L’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha però avvertito che queste dosi potrebbero essere superate nei bambini più forti consumatori di bevande dolci gassate.
Occorre inoltre garantire la purezza dei glucosidi steviolici verificando l’ assenza di residui dei solventi usati per l’estrazione o di altri principi attivi o di derivati da piante OGM.
Nel maggio 2014 l’FDA ha approvato l’uso di un altro dolcificante, probabilmente il più potente in commercio (20.000-40.000 volte più dolcificante del saccarosio): l’Advantame, costituito da aspartame + isovanillina; ne sono necessarie dosi 50 volte minori rispetto all’aspartame per aromatizzare una bevanda. La DGA è di 5 mg/kg. Approvato dall’EFSA nel maggio 2015 viene commercializzato da aziende importatrici anche in Italia dove la diffusione è ancora modesta.
L’industria alimentare è attualmente più impegnata nella ricerca di dolcificanti “naturali” più graditi dai consumatori rispetto a quelli artificiali, la cui pubblicità è indirizzata soprattutto alle donne: prodotti “dietetici naturali” quali cereali, yogurt, gelati. Negli USA sono allo studio dolcificanti naturali quali i derivati dell’agave o già in commercio ad esempio l’estratto di monkfruit, una cucurbitacea (famiglia della zucca e del melone) di origine cinese utilizzato da solo o in combinazione con stevia o zucchero.
Riferimenti bibliografici
(*) Artificial sweeteners induce glucose intolerance by altering the gut microbiota. Nature514, 181 – 186 (9 october 2014)
(**) Mandrioli D, Kearns CE, Bero LA – Relationship between Research Outcomes and Risk of Bias, Study sponsorship, and Author’s Financial Conflict of Interest in Reviews of the Effects of Artificially Sweetened Beverages on Weight Outcomes : a Systematic Review of Reviews. - PLoS One 2016 sept. 8; 11(9): e0162198.doi :10.1371/journal.pone.0162198
Le Note commentate sono elaborate da un gruppo interdisciplinare* all'interno del quale trovano larga rappresentanza medici di medicina generale e pediatri. Non si tratta di un aggiornamento dello stato delle conoscenze né il punto di vista della medicina generale su un argomento clinico-assistenziale d'attualità o dibattuto nella letteratura scientifica. L'originalità di queste Note risiede nel modo con cui un gruppo di MMG percepisce e affronta i problemi aperti che emergono dall'incrocio critico tra i dati di mercato, la promozione delle ditte produttrici e i risultati degli studi. Le motivazioni che di volta in volta sottendono la scelta del tema provengono da fattori contingenti locali o da iniziative/progetti specifici.