La recente temporanea irreperibilità nelle farmacie di medicinali a base di acido folico in capsule da 5 mg (indicati nella carenza di folati) e la conseguente prescrizione in alternativa, da parte di alcuni clinici, di prodotti in capsule da 400 microgrammi ci induce ad alcune considerazioni.
In primo luogo, l'impiego di farmaci contenenti 400 microgrammi di acido folico si configura come off-label perché al di fuori delle indicazioni registrate (prevenzione primaria dei difetti del tubo neurale in gravidanza). Inoltre, è poco probabile che si possa raggiungere la dose efficace, dal momento che per arrivare a 5 mg è necessario assumere almeno 12 capsule da 400 microgrammi, posologia difficilmente gestibile nella pratica clinica.
In secondo luogo, oltre che nei casi di carenza per aumentata richiesta, insufficiente assorbimento, ridotta utilizzazione e insufficiente apporto dietetico, l'acido folico viene spesso prescritto off label nei pazienti con iperomocisteinemia. Ciò deriva dal convincimento che riducendo i livelli ematici di omocisteina si possano ottenere dei vantaggi sul decadimento delle funzioni cerebrali cui l' iperomocisteinemia è correlata. I dati di letteratura sono, però, univoci nell'evidenziare una mancanza di evidenze che supportino tale utilizzo. Infatti, sia i numerosi studi randomizzati, controllati (RCT), realizzati in varie condizioni sperimentali (in popolazioni sane, in pazienti con deficit cognitivi più o meno gravi, in pazienti con insufficienza renale, a diversi dosaggi, in somministrazioni singole o associate a vitamina B12 e/o B6), sia le metanalisi dimostrano concordemente che la somministrazione di folati è in grado di correggere il dato laboratoristico della iper-omocisteinemia, ma non comporta alcun beneficio sotto il profilo clinico.