della replicazione virale (inibitori della trascrittasi inversa, della proteasi, dell’integrasi virale, della fusione, del corecettore) o attivi sullo stesso bersaglio, ma con meccanismi diversi ed effetto di sommazione (inibitori nucleosidici/nucleotidici e inibitori non nucleosidici/nucleotidici della trascrittasi inversa). Questo approccio terapeutico, definito di alta efficacia (highly active antiretroviral therapy o HAART), ha prodotto una drastica riduzione della morbilità e mortalità per infezione da HIV. Poiché non consente di eradicare il virus, che si riattiva immediatamente all’interruzione della stessa, deve essere proseguita a tempo indefinito, per tutta la vita.
nibitori nucleosidici/nucleotidici della trascrittasi inversa virale (NRTI) agiscono come falsi precursori dei nucleotidi che vengono incorporati nella catena di DNA virale nascente ad opera dell'enzima virale trascrittasi inversa; l'incorporazione di tali falsi precursori determina il blocco dell'enzima. L'utilizzo di più inibitori contemporaneamente comporta un potenziamento di tale effetto e ne giustifica, con alcune attenzioni, l'uso in associazione.
Per ottenere un beneficio clinico maggiore e più prolungato si utilizza una combinazione di farmaci in grado di ottenere la soppressione virologica plasmatica (non rilevabilità di HIV RNA) solitamente entro 3–6 mesi dall’inizio della terapia. Nel paziente mai trattato in precedenza (naive) tali obiettivi vengono raggiunti utilizzando una combinazione di 3 farmaci. Studi recenti, ancora non conclusivi, mostrano la possibilità con specifiche molecole di poter utilizzare una combinazione di soli 2 farmaci, al momento non raccomandata (AI).
e da HIV in trattamento antiretrovirale vanno controllate regolarmente da un punto di vista clinico e viro-immunologico, dopo 2 mesi dall’inizio della terapia poi almeno ogni 4-6 mesi.
anze stupefacenti, ecc.). Se ci si trova di fronte a un paziente che ha già fallito con più schemi terapeutici, diventa molto difficile definire uno schema alternativo di terapia potenzialmente efficace: le mutazioni presenti nel virus sono di solito numerose e comportano resistenze crociate tra i farmaci nelle 4 classi utilizzate (NRTI, NNRTI, IP, INSTI) con necessità di proporre uno schema che includa l'inibitore della fusione enfuvirtide associato a farmaci con attività almeno parziale nei confronti di virus multiresistenti quali il darunavir (IP) a dosaggio potenziato, o l’utilizzo di maraviroc se il virus è CCR5 tropico, oltre al riutilizzo di farmaci della classe degli NRTI con un minimo di attività residua per mutazioni compensatorie (es. l'associazione zidovudina con lamivudina e tenofovir).
La disponibilità di generici può contribuire all’implementazione di programmi nazionali di PrEP; questi sono in fase di avvio o avviati in diversi paesi europei, che si confrontano con il problema di rispondere ai bisogni, minimizzare il possibile impatto negativo ed essere sostenibili.