La lettura di quest’ultimo articolo è certamente molto istruttiva, e costituisce un vero e proprio manuale anche metodologico sul rapporto tra studi clinici randomizzati e studi osservazionali, e sulle utilizzazioni dei dati disponibili per una stima affidabile non solo dei benefici assoluti e relativi sul medio-lungo periodo, ma anche dei livelli reali di rischio. La sua lunghezza (30 pag. di Lancet) è d’altra parte tale da prevederne una lettura non allargata. Se ne riportano qui sia il "summary" originale (Riquadro 1), che due delle figure chiave che riassumono tutte le informazioni essenziali per sostenere la tesi principale degli autori: i benefici delle statine si esprimono con la stessa intensità percentuale attraverso le indicazioni per prevenzione primaria e secondaria, pur evidentemente comportando benefici assoluti diversi, in funzione dei differenti profili di rischio di eventi cardio-cerebro-vascolari lungo 5-10 anni (Figura 1 e Figura 2).
prescindendo dalle tante domande-evidenti ricordate nelle precedenti citazioni18-28?