A ben vedere, il concetto di razionalità è però semanticamente ambiguo. In linea generale i medici, uomini di scienza, tendono a considerarla sinonimo di coerenza con acquisizioni scientifiche: è razionale ciò che è scientificamente provato, attraverso metodologie sperimentali o osservazionali che garantiscano le conclusioni, partendo da situazioni standardizzate (ad esempio, in medicina, dalla diagnosi). Come in ogni scienza, quello che conta è la prova. Ma questo vale nella comunità scientifica, che proprio in questo si definisce e caratterizza, mentre nel confronto col paziente, nel contesto (non più “scientifico”) che caratterizza l’esercizio della professione a confronto con la vita reale e non con l’esperimento sterilizzato dalle influenze contestuali, la prova non può più assurgere al rango di unica autorità ammessa: ci sono molte più variabili in gioco.