

r la popolazione anziana degli USA, la stretta correlazione tra le migliorie nei livelli di diseguaglianza/esclusione monitorati anche su distretti di quartiere, e la diminuzione della mortalità totale, cardiovascolare, oncologica22. Un altro indiretto invito alla sobrietà nel citare i grandi progressi della medicina a livello globale, viene, sempre su riviste top, dal profilo epidemiologico di una delle patologie più oggetto di prevenzione e di interventi, farmacologici o meno, come lo stroke23: il rischio, per tutto il corso della vita nelle popolazioni adulte, corretto per tutto il correggibile, è aumentato, globalmente, dell'8,9% tra il 1990 ed il 2016, mettendo però ancor più in evidenza che le stime sono soprattutto dipendenti, in modo incrociato, dai contesti geografici, e dai livelli di diseguaglianza. Il trasferimento di linee guida deve avere questa evidenza come primo termine di riferimento. Non solo per lo stroke evidentemente: l'oncologia, che è chiaramente il settore più di punta e perciò più esposto alle opportunità e ai rischi di forti evoluzioni si prospetta come l'area dove l'intrecciarsi delle variabili mediche, economiche, di politiche di diritto sarà centrale nel dare o meno alla medicina il suo volto umano24,25.